Nella Concezione di Maria pregustiamo la venuta imminente di Cristo
Durante i primi giorni dell’Avvento, mentre la liturgia della Chiesa è tutta orientata all’attesa della nascita di Gesù Cristo, una festa squarcia il tempo di preparazione e si impone con la Solennità della Immacolata Concezione di Maria Santissima. In questo giorno la Chiesa si ferma per venerare il tempio tutto santo in cui abitò il Signore e contemporaneamente, nella concezione di Maria, si pregusta la venuta imminente di Cristo.
È questa una festa che ci parla anche della discendenza di Cristo: Anna concepì Colei che offrirà il suo sì per la salvezza dell’umanità e dalla Vergine senza macchia nascerà Gesù concepito per opera dello Spirito Santo. Questa discendenza, questo vincolo di sangue santificato dallo Spirito, deve farci riflettere sull’importanza della famiglia nell’economia della salvezza. Da una donna, sotto la legge di Dio, è stata possibile la generazione della Vita Nuova, data al mondo nel Figlio di Dio che ci lega al Padre Celeste rendendoci uomini nuovi, Figli di Dio in Cristo, attraverso Maria, come amava ricordare spesso Mons. Canovai.
In questa festa, noi membri della Familia Christi e noi tutti figli di Dio e della Chiesa, non possiamo dunque mancare di soffermare il nostro sguardo su Colei che ci ha insegnato l’obbedienza filiale e l’essere fondamento della famiglia. Come Maria fu concepita e fu madre senza macchia, così anche noi siamo chiamati a diventare in certo qual modo madri, padri, figli senza macchia, partecipi di quella discendenza divina generata dal sangue di Cristo. Sangue che da Anna passò a Maria e che in Cristo fu offerto e interamente dato fino a penetrare nelle viscere della terra, piantando così il seme della vita nuova per tutta l’umanità. Tutto questo ci interpella profondamente e si pone come modello su cui fondare le nostre relazioni, nella famiglia spirituale, nella parrocchia, nell’amicizia, nella comunità. In ogni campo del nostro vivere siamo infatti chiamati a diffondere e testimoniare quel modello di famiglia – obbediente alla legge divina e volta interamente a rendere gloria a Dio, volta alla salvezza di ciascuno e a quella del mondo – che dalla Beata Vergine Maria è nata e costituisce il legame tra cielo e terra e che ognuno di noi deve attuare nella propria famiglia. Siamo uniti per questo nell’amore di Cristo, siamo congregati, uniti insieme, come amiamo ripetere, perché famiglia di Cristo, Familia Christi.
Il privilegio supremo conferito a Maria per decreto divino, ci impone ulteriori riflessioni. Innanzitutto il richiamo forte e determinato alla santificazione personale ed all’apostolato a cui siamo chiamati per la salvezza del mondo e di tutti coloro che ci sono affidati. Farci santi guardando questa festa, pensando all’Immacolata Concezione di Maria: Dio non può abitare laddove abita il peccato. Così noi, nella nostra vocazione ad essere famiglia di Cristo dobbiamo tener costantemente lontano da noi il male e le tentazioni che si insinuano tra le trame della vita quotidiana, nelle relazioni o nel lavoro, per poter scacciar via, guardando alla nuova Eva, il serpente antico che sibila nella stanchezza, nello sconforto, nella confusione, nelle pieghe dei cattivi costumi, nella disattenzione, nella distanza dagli insegnamenti di Cristo.
L’appartenenza a una famiglia inoltre ci offre degli strumenti straordinari per scacciare via ogni sussurro malevolo dalla nostra giornata. Nel servizio, offerto generosamente agli altri, possiamo esercitare la carità che deve essere il motore della nostra vita intellettuale, spirituale e fattuale. Nel nostro specifico servizio quotidiano, nell’adempimento esemplare del nostro lavoro, della propria condizione, si può vivere nella santità dei figli di Dio, combattendo la stanchezza, l’ignoranza, il pressapochismo e il caos che regnano nella quotidianità. Il servizio allora non sarà più fatica o noia, ma sarà l’arma con cui combattere i vizi, l’altare su cui offrire ogni minuto della nostra vita, sapendolo dedicato sull’altare più prezioso, quello in cui cielo e terra sono uniti, su cui ogni nostro istante può trascorrere bagnato nell’amore di e per Cristo.
Allora in questo e in tutti gli altri giorni dell’anno potremo ricordarci che tanto amore nasce dall’obbedienza, quella secondo la quale Maria è stata soggetta nella legge del Signore ad Anna e Gioacchino, all’Angelo di Dio, allo sposo ed a Cristo.
In Lei la chiesa rifulge per la beatitudine di questo insegnamento celeste: l’obbedienza nell’amore porta alla venuta di Cristo nelle nostre vite, ogni giorno, in tutti i servizi che svolgiamo.