“Generate questo popolo a Dio”: omelia di Mons. Negri per le prime Ordinazioni della Fraternità Sacerdotale
Nella Santa Messa celebrata sabato 11 ottobre nella Cattedrale di Ferrara, in occasione della celebrazione del Rito di Ordinazione dei primi quattro membri della Fraternità Sacerdotale della Familia Christi, Sua Ecc. Rev.ma Mons. Luigi Negri, Arcivescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio, nella sua omelia che di seguito vi riportiamo, ha parlato dell’impegno e della vocazione sacerdotale che dovrà caratterizzare in ogni momento la vita dei novelli Sacerdoti e Diaconi.
Omelia di S. E. Mons. Luigi Negri
Sabato 11 ottobre 2014 – Cattedrale di Ferrara
Sia lodato Gesù Cristo!
L’affezione, la gratitudine, l’esultanza e la trepidazione di questo momento raccolgono due ondamentali suggestioni che evoco per me e che metto in comunione con gli ordinandi, innanzitutto, e poi con tutto questo popolo cristiano che si è stretto così numeroso attorno a loro.
I momenti grandi della vita personale sono quelli in cui si è chiamati per fare memoria del cammino che ha portato fino al presente e voi saprete ripercorrere nella memoria, piena di intelligenza, la storia che vi ha condotto fin qui. Penso agli incontri che sono stati determinanti, alle fatiche che avete sopportato, alle prospettive di novità di vita che si sono inserite improvvisamente, talora in rottura con il precedente modo di vita.
Non potrete certo, in questa anamnesi della vostra vita, dimenticare quelle realtà storiche che sono le vostre famiglie, da cui parte tutto per voi, e per questo non potrete non rinnovare – nel profondo della vostra coscienza e di fronte a Dio – la gratitudine per le famiglie in cui siete nati per lo straordinario insegnamento che è venuto a voi, ancor prima forse che con le parole, con la testimonianza quotidiana e reale di adesione alla fede nella vita familiare.
Nella serie di incontri, che ciascuno riprende nel suo cuore, c’è stato l’ultimo, quello con me, che per un certo aspetto è un incontro fra gli altri e per un altro aspetto è l’incontro definitivo nella Chiesa e per la Chiesa. Senza l’ordinazione, che tra qualche istante vi conferirò – in nome e per autorità di Gesù Cristo e della Chiesa – non potrebbe esserci per voi la vocazione sacerdotale che avete verificato e riconosciuto. La memoria, però, si fa senso del presente e disponibilità a costruire il futuro, come i grandi filosofi della storia, a partire da Agostino, dicevano: «Il presente è una breve realtà, una dimensione, fra un passato che ci sospinge ed un futuro che dobbiamo costruire».
Voi costruirete il futuro vostro e della Chiesa senza soluzione di continuità; non ci sarà un futuro vostro che non sia il futuro della Santa Chiesa di Dio nella quale entrate con una responsabilità nuova e definitiva, irriducibile, irrinunciabile ed eterna. Genererete sempre e di nuovo questo popolo di Dio con i sacramenti che siete abilitati ad amministrare, con la Parola di Dio che predicherete in maniera oggettiva appoggiati alla grande tradizione e al grande magistero della Chiesa.
Sosterrete questo popolo cristiano perché la fede, che inizia coi sacramenti, maturi e diventi consapevolezza viva, cultura, capacità nuova di amare e capacità di riconoscere la propria vocazione, qualunque essa sia, come risposta doverosa e obbediente alla presenza di Cristo. La dedizione alla Chiesa, il sacrificio continuo e quotidiano, siano come un offrirsi ogni giorno sull’altare per il bene del proprio popolo, come scriveva ai milanesi nella sua prima lettera pastorale il Beato Cardinale Ildefonso Schuster.
Questo sacrificio per la Chiesa esprimerà, fratelli miei – nella concretezza e nella quotidianità – qualche cosa di più profondo e di più radicale. L’affezione incondizionata al Signore deve prendere la forma di una vera e propria affettività. Voi sarete del Signore e lungo il corso della giornata desidererete di poggiare il capo sul Suo petto, come ha potuto fare l’apostolo prediletto che nella Chiesa rimane come un punto di riferimento insostituibile, perché ad ogni uomo e ad ogni cristiano possa accadere lo stesso: appoggiare con infinita confidenza il proprio capo cioè la globalità della propria esistenza nella vita del Signore.
Per questo custodirete, come la cosa più preziosa della vostra esistenza, l’impegno al celibato che vi siete assunti; tale impegno è frutto certo di una regolamentazione giuridica ma, più profondamente, è una totale appartenenza a Cristo come unica ragione del proprio esistere.
Vi ordino nella nostra chiesa di Ferrara-Comacchio, indissolubilmente e gioiosamente unita alla Chiesa universale guidata dal Sommo Pontefice Papa Francesco.