Il Perdono di Assisi, una Porziuncola di Paradiso
Il 2 agosto ci rechiamo in pellegrinaggio ad Assisi in occasione della “Festa del Perdono”.
Con la visita alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli è possibile lucrare l’indulgenza plenaria, che San Francesco chiese ed ottenne nel 1216 da Papa Onorio III, per tutti coloro che avessero visitato questo santo luogo. Questo singolarissimo privilegio dell’Indulgenza, da molti conosciuto con il nome di “Perdono d’Assisi”, da oltre sette secoli fa sì che una gran folla di pellegrini raggiunga la Porziuncola il giorno 2 del mese di agosto, ricorrenza della promulgazione della Bolla Pontificia.
Questa festa inoltre, è particolarmente cara alla Familia Christi per via del legame spirituale con San Francesco e l’Ordine Francescano.
Mons. Canovai fu Terziario Francescano e la prof.ssa Tommasina Alfieri fu sempre legata a questa spiritualità: essa scelse proprio per questo la data del 17 settembre, ricorrenza delle Stimmate di San Francesco, per fondare l’Opera e così in un solo giorno racchiudere i due aspetti fondamentali della sua spiritualità: l’amore per la Passione del Signore, e la devozione al Serafico Padre che ci conduce all’imitazione di Cristo paziente in Croce; ancora, volle un Eremo cappuccino come luogo di ritiro per i membri della Familia Christi e nei conventi dell’Ordine era solita ritirarsi per esercizi spirituali e per lunghi tempi di preghiera. Non a caso, infatti, il primo Statuto dell’Opera fu scritto nel Convento di Fonte Colombo, proprio durante un periodo di 40 giorni di ritiro e di raccoglimento.
Il Perdono di Assisi è generalmente per noi occasione di pellegrinaggio anche verso la Basilica del Santo, la Basilica di Santa Chiara e gli altri luoghi fondamentali della vita di San Francesco: la casa paterna ed il luogo del suo natale, il Duomo di San Rufino ove fu battezzato, l’Eremo delle Carceri ove si ritirava, il Santuario di Rivotorto e il Monastero di San Damiano.
Quest’ultimo è uno dei luoghi della conversione di Francesco, nel quale il Santo ascoltò la voce del Crocifisso: “Va’ e ripara la mia casa”. Egli restaurò la chiesa e vi adattò il protomonastero per santa Chiara. Due anni prima di morire, vi compose il Cantico delle Creature.
A San Damiano, santa Chiara per 42 visse e vi morì, dopo aver ottenuto dal Papa l’approvazione della sua Regola.