Domenica delle Palme: tradizione e liturgia
La domenica che precede e ci introduce alle grandi solennità pasquali è comunemente conosciuta come “Domenica delle palme”. Eppure, il nome con cui l’antichità conosceva questa domenica è quello che le diedero i venerandi Padri della Chiesa del IV e V sec.: “Dominica de passione”.
Tale ambivalenza di nomi deriva dal differente spirito liturgico che caratterizza da una parte il rito di benedizione delle palme con la processione che ne segue, e dall’altra la commemorazione solenne della Passione del Signore che si celebra più specificamente nella Santa Messa.
L’idea di rivivere liturgicamente l’ingresso del Cristo nella Città Santa nacque nella stessa Gerusalemme intorno al IV sec. quando, nelle ore pomeridiane di questa domenica precedente quella di Pasqua, il popolo ed il clero cominciarono ad adunarsi sul Monte degli Ulivi per cantare inni e leggere brani della Sacra Scrittura. Per ultimo veniva letto proprio il brano dell’ingresso in Gerusalemme di Gesù al capitolo 21 del Vangelo di Matteo, terminato il quale si componeva una festosa processione preceduta dal Vescovo in cui si portavano rami di palma e di olivo al canto di inni ed antifone intramezzate dal ritornello “benedictus qui venit in nomine domini” e che terminava nella basilica del Santo Sepolcro.
Tale funzione ebbe fin da subito un carattere festivo e lieto che si esprime nella preziosità e nel colore rosso dei paramenti che i ministri indossano, simbolo della regalità di Cristo, come pure nella bellezza e preziosità della Croce che apre il sacro corteo, ornata anch’essa di rami di olivo e che, ad indicare il trionfo di Gesù, non è velata, nonostante dalla domenica precedente detta “prima di passione” tutte le immagini della chiesa siano già velate in segno di austerità. Nato nel medioevo, l’uso di coprire croci e immagini voleva ovviare al fatto che spesso tali oggetti erano ricoperti di lamine d’oro ed ornati da gemme preziose, che risultavano in contrasto con l’umiliazione di Gesù che la Chiesa si accingeva a rivivere durante tutta la grande Settimana Santa.
Terminata la processione, ha luogo la Messa, la quale assume un carattere del tutto diverso dalla benedizione delle palme ed è in più intima relazione con l liturgia dei giorni precedenti. Sparisce perciò dal tempio ogni ornato festivo e i sacri ministri tornano ad indossare i paramenti di colore violaceo. Infatti, mentre la liturgia della benedizione e processione delle palme celebra il Redentore come trionfatore della morte e del peccato, tanto le orazioni quanto le letture e la liturgia tutta della messa ne considera piuttosto gli intimi sentimenti di profondo annientamento, di umiliazione e di dolore che patirà sulla Croce come vittima di espiazione per il peccato del mondo.