Domenica di Passione, dal Messale Romano

domenica-di-passioneQuesta Domenica è chiamata Domenica di Passione, perché oggi la Chiesa comincia ad occuparsi espressamente dei patimenti del Redentore.

La Stazione, a Roma, è nella Basilica di S. Pietro. L’importanza di tale Domenica, che non cedeva a nessuna festa, per quanto solenne, esigeva che la funzione avesse luogo nel più augusto tempio della città eterna.

Padre, se è possibile, s’allontani da me questo calice! Però non la mia, ma la tua volontà sia fatta!

 Gli ultimi giorni che ci separano dall’arresto di Gesù ce lo mostrano costantemente esposto all’odio dei suoi nemici; ma quale grandezza divina troviamo nel modo in cui Egli stesso va incontro alla propria passione, padrone degli eventi, dominatore dei suoi avversari sicuro della “sua ora”, quella in cui la redenzione dovrà compiersi mediante la sua obbedienza al Padre e l’effusione del proprio sangue.

 “I vessilli del Re si avanzano: splende il mistero della Croce per cui la vita subì la morte portando, con la morte, la vita” (Inno dei Vespri).

 La Chiesa, alle soglie di queste sacre settimane, ci mostra in Gesù la vittima immacolata del sacrificio che si sta preparando, ma anche il vincitore della morte, il principe della vita.

 La Chiesa non ha più altro pensiero che Cristo. Essa continua ad offrire a Dio la penitenza quaresimale dei suoi fedeli, ma concentra la sua attenzione sulla passione del Signore, dalla quale viene a noi la salvezza. Ciò è particolarmente evidente in tutte le parti salmodiche delle Messe di questa settimana e della Settimana Santa che segue.

 I testi, invece di essere al plurale, sono più sovente in prima persona singolare; Cristo solo parla. Egli prende su di sé la preghiera e la sofferenza di tutti. È il giusto perseguitato, affranto dalla morte, oltraggiato dai peccati, che chiede grazia e giustizia.

dal Messale Romano Quotidiano