Cristiani perseguitati in Medio Oriente: forte monito di Mons. Negri cui uniamo la nostra voce
Paura, persecuzione e martirio: è la grave condizione che devono affrontare e subire i cristiani perseguitati in Medio Oriente. Contro questo stato di cose una netta presa di posizione giunge dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Mons. Luigi Negri, a cui desideriamo unire la nostra voce raccontando quanto sta attuando per questi fratelli e sorelle cristiani che sono, come lui stesso dichiara: “buttati fuori dalle loro case, privati di tutti i loro beni, privati di tutti i loro diritti e quindi della possibilità di sussistenza”.
Afferma in proposito Mons. Negri: “In questo momento di grave difficoltà per la popolazione cristiana del Kurdistan e del Medio Oriente, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, seguendo le indicazioni della CEI e del Santo Padre Francesco, vuole manifestare la sua vicinanza a questi nostri fratelli e sorelle perseguitati e martirizzati a causa della nostra comune fede in Cristo. A tal fine abbiamo intrapreso una serie di iniziative concrete cui si esorta caldamente l’intera diocesi a partecipare.”
Il 14 agosto, vigilia della Festa dell’Assunzione di Maria, in previsione della preghiera per i cristiani perseguitati, sulla facciata dell’Arcivescovado di Ferrara è stato affisso un manifesto che riporta la “N” araba di Nassarah, ovvero “Nazareno” termine con cui il Corano individua i seguaci di Gesù di Nazareth. L’Arcivescovo spiega quindi la decisione dichiarando in una nota stampa: “Questo marchio è oggi imposto sulle abitazioni degli infedeli-cristiani colpiti a causa della loro fede e fatti oggetto di attacchi continui fino all’effusione del sangue. Si esorta quindi, quanti volessero, a seguire lo stesso esempio quale segno tangibile di vicinanza e di autentica testimonianza.”
Prosegue Mons. Negri indicando la strada ai fedeli: “Mentre ci prepariamo alla giornata di preghiera perché torni la pace – o meglio sarebbe dire perché il Signore Gesù Cristo faccia un miracolo, per il quale umanamente parlando non si intravedono possibilità, neanche minime – vorrei che per tutta la Diocesi fosse vero quello che il Papa Francesco ha più volte richiamato, ossia che non sia soltanto un ‘dire’ preghiere, ma sia un pregare con la totalità della vita e dell’intelligenza del cuore. Sia, soprattutto, una richiesta di perdono a Lui poiché la nostra vita di cristiani occidentali è gravemente colpevole nel senso della responsabilità nei confronti di quanto sta accadendo. Questa responsabilità si esprime con un’ingenuità a dir poco patologica. Si deve parlare di dialogo, certamente sì, ma lo si deve e lo si può fare solo se esso porta con sé la consapevolezza della propria identità e della complessità dell’interlocutore in questione. In ogni caso il dialogo non può essere perseguito ad ogni costo e non può rappresentare assolutamente una forma di dimissione della presenza cristiana nel Medio Oriente”.
Il 15 agosto l’Arcidiocesi si è riunita in preghiera e in tutte le Sante Messe celebrate durante la Solennità dell’Assunta e nella Messa principale delle seguenti tre domeniche di agosto, l’Arcivescovo Luigi Negri ha affidato un messaggio ai suoi sacerdoti da leggere ai fedeli in cui si spiegano anche le iniziative di solidarietà a cui aderire e la terribile situazione dei cristiani in Medio Oriente.
Mons. Negri parla quindi delle attività dell’Arcidiocesi: “Oltre alla preziosa preghiera, si invita caldamente a partecipare alla raccolta fondi organizzata da Asia News, agenzia del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) guidata da Padre Bernardo Cervellera. Si comunica infine che abbiamo avviato le procedure con S.B. il Patriarca dei Caldei Louis Raphael I Sako e S.E.R. l’Arcivescovo Bashar Warda, e favorita dalla preziosa mediazione della Nunziatura in Iraq e Giordania, per il gemellaggio tra la nostra Arcidiocesi e l’Arcidiocesi di Arbil (o Erbil) dei Caldei, sede della Chiesa cattolica caldea particolarmente colpita dai recenti accadimenti. Il gemellaggio servirà a garantire un permanente e definitivo legame tra le due nostre chiese locali nella preghiera e nelle opere. Entro la fine di questo mese, saranno resi pubblici i dettagli degli aiuti necessari. Sarà anche organizzato e grandemente favorito l’invio di un numero di volontari in loco”.
Infine, l’Arcivescovo ricorda il vincolo di carità e di preghiera che unisce i cristiani nel mondo esortandoli a trovare le vie che portino alla pace: “Noi tutti dovremmo desiderare di essere là con loro, per rinforzare la presenza anche numerica dei cristiani in luoghi dove da duemila anni la Chiesa e i cristiani sono presenti e perseguitati. Preghiamo affinché il Signore ci renda capaci di instaurare e perseguire un dialogo intelligente e non una resa senza condizioni, e preghiamo anche affinché il Signore ci conceda di aiutare positivamente non solo a fermare la fuga di migliaia e migliaia di nostri fratelli e sorelle, colpevoli solo di essere cristiani come i primi martiri ma, per quanto sarà possibile, rafforzare la loro presenza che non possiamo non considerare un contributo essenziale al Bene Comune dell’intera Umanità. Questo è il modo autentico di pregare per la pace che è dono di Cristo Risorto: ‘La Pace sia con voi’. Il resto finisce per essere solo un vaniloquio. La Chiesa non ha bisogno di vaniloqui e, per quanto mi risulta, neanche Dio”.
Per ulteriori approfondimenti: www.luiginegri.it