Un’introduzione alla Novena tradizionale del Natale: inni e antifone
Camminando verso la solennità del Santo Natale, con non poco entusiasmo nel cuore, l’Opera Familia Christi, come da tradizione, si appresta a lodare il Signore per la sua Incarnazione e ad accoglierlo poiché anche ora, Cristo Risorto, continuamente viene a visitarci.
Nei nove giorni che precedono la Solennità del Natale del Signore Gesù Cristo, si recita la Novena Natalizia tradizionale in latino che, a differenza delle altre novene, ha una struttura tutta sua che in questo spazio intendiamo illustrare.
Considerando la presenza del Magnificat, possiamo assimilare la preghiera della Novena natalizia ad un vespro anche se non in senso stretto per via della struttura peculiare e di testi specifici che essa presenta. Al termine della Novena, come da consuetudine, viene proposto un tema di predicazione e quindi viene solennemente esposto il Santissimo Sacramento, ed impartita la benedizione eucaristica.
Dopo un consueto inno di apertura a scelta, durante il quale ha luogo la solenne processione d’ingresso dei ministri, ha inizio il canto delle 9 profezie sulla venuta del Salvatore, ciascuna introdotta dal celebre invitatorio:
Regem venturu Dominum venite adoremus
Il Re Signore sta per venire, venite adoriamo
A seguire i testi in latino delle Profezie con relative traduzioni:
1) Jucundare filia Sion et exulta satis, filia Jerusalem: ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna, et stillabunt montes dulcedimen, et colles fluent lac et mel, quia veniet Propheta magnus, et ipse renovabit Jerusalem
Rallegrati, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme: ecco il Signore verrà, ed in quel giorno ci sarà gran luce, e i monti stilleranno dolcezza, e dai colli scorrerà latte e miele, perché verrà un gran profeta che rinnoverà Gerusalemme
2) Ecce veniet Deus, et homo de domo David sedere in throno, et videbitis, et gaudebit cor vestrum
Ecco dalla casa di Davide verrà il Dio Uomo a sedersi sul trono, vedrete, e godrà il vostro cuore
3) Ecce veniet Dominus protector noster, Santctus Israel, coronam regni habens in capite suo, et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumine usque ad terminos orbis terrarum
Ecco viene il Signore nostro protettore, il Santo di Israele, portando in capo la corona regale, e dominerà da un mare all’altro, e dal fiume fino agli estremi confini della Terra.
4) Ecce apparebit Dominus, et non mentietur: si moram fecerit expecta eum, quia veniet et non tardabit
Ecco apparirà il Signore e non mancherà di parola: se indugerà attendilo, perché verrà e non indugerà.
5) Descendet Dominus sicut pluvia in vellus: orietur in diebus ejus justitia, et abundatia pacis, et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei
Il Signore discenderà come la pioggia sul vello: in quei giorni spunterà la giustizia e l’abbondanza della pace: tutti i re della terra lo adoreranno e i popoli lo serviranno.
6) Nascetur nobis parvulus, et vocabitur Deus fortis: ipse sedebit super thronum David patris sui, et imperabit, cujus potestas super humerum ejus
Nascerà per noi un bambino, e sarà chiamato Dio forte: egli siederà sul trono di Davide suo padre la cui potesta è sulle sue spalle e dominerà.
7) Bethlehem, civitas Dei summi, exte exiet Dominator Israel, et egressus ejus sicut a principio dierum aeternitatis, et magnificabitur in medio universae terrae, et pax erit in terra nostra dum venerit
Betlemme, città del sommo Dio, da te nascerà il dominatore di Israele, la sua nascita risale al principio dei giorni dell’eternità, e sarà glorificato in mezzo a tutta la terra, e quando egli sarà venuto, vi sarà la pace sulla nostra terra.
Le profezie seguenti si recitano solo per la vigilia di Natale:
8) Crastina die delebitur iniquitas terrae, et regnabit super nos Salvatore mundi
Domani sarà cancellata la colpa dalla Terra e regnerà su di noi il Salvatore del mondo
9) Prope est jam Dominus. Venite adoremus
Il Signore è vicino venite adoriamo
Segue il cosiddetto polisalmo, una sorta di compendio delle più trepidanti invocazioni scritturistiche riguardanti la venuta del Salvatore.
Laetentur coeli et exultet terra, jubilate montes laudem
Eumapant montes jucunditatem, et colles justitiam
Quia Dominus noster veniet, et pauperum suorum miserebitur
Rorate coeli desuper et nubes pluant justum, aperiatur terra et germinet salvatorem,
Memento nostri Domine, et visita nos in salutari tuo
Ostende nobis Domine misericordiam tuam, et salutare tuum da nobis
Emitte agnum Domine dominatore terrae, de petra deserti ad montem filiae Sion
Veni ad liberandum nos Domine Deus virtutum, ostende faciem tuam et salvierimus
Veni Domine visitare nos in pace, ut laetemur coram te corde perfecto
Ut cognoscamus Domine in terram viam tuam, in omnibus gentibus salutare tuum
Excita Domine potentiam tuam et veni, ut salvos facias nos
Veni Domine et noli tardare, relaxa facinora plebi tuae
Utinam dirumperes coelos et descenderes, a facie tua montes defluerent
Veni et ostende nobis faciem tuam Domine, qui sedes super cherubim
Gloria Patri et Filio, et Spiritui Sancto
Sicut erat in principio et nunc et semper, et in saecula saeculorum. Amen
Gioscano i Cieli ed esulti la terra, cantate o monti una lode
Prorompano giocondità i monti ed i colli la giustizia
Perché verrà il Nostro Signore e avrà misericordia dei suoi poveri
Stillate o celi dall’alto e le nubi piovano il giusto, si apra la terra e germogli il Salvatore
Ricordati di noi Signore e visitaci con la tua salvezza
Dimostraci Signore la tua misericordia e donaci la tua redenzione
Manda o Signore l’Agnello dominatore della terra, dalla pietra del deserto al monte della figlia di Sion
Vieni a liberarci o Signore Dio delle virtù, mostraci il tuo volto e noi saremo salvi
Vieni o Signore a visitarci nella pace, affinché ci rallegriamo al tuo cospetto con cuore sincero
Affinché si conosca Signore sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza
Ridesta Signore la tua potenza e vieni, affinché siamo resi salvi
Vieni Signore e non tardare, perdona i delitti del tuo popolo
Potessi squarciare i celi e discendere, davanti a te i monti si scioglierebbero
Vieni e mostraci il tuo volto Signore, tue che siedi al di sopra dei cherubini
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen
Al termine del Polisalmo, il celebrante accompagnato dai due candelieri, canta in tono di capitolo la lettura breve:
Præcúrsor pro nobis ingréditur Agnus sine Mácula, secúndum órdinem Melchísedech, Póntifex factus in ætérnum, et in seculum seculi. Ipse est Rex justítiæ cujus generátio non habet finem.
Avanza per noi il Precursore, l’Agnello senza macchia, secondo l’ordine di Melchisedech, fatto Pontefice in eterno e nei secoli dei secoli. Egli è il Re della giustizia e la sua generazione non ha fine. Rendiamo grazie a Dio.
E’ la volta quindi dell’inno “En clara vox redarguit” di cui qui sotto riportiamo il testo:
En clara vox redarguit, Obscura quaeque personans:
Procul fugentus somnia, Ad alto Jesus promicat.
En Agnus ad nos mittitur Laxare gratis debitum:
Omnes simul cum lacrymis precèmur indulgentiam.
Beatus auctor saeculi Servile corpus induit:
Ut carne carnem liberans ne perderet quos condidit.
Castae Parentis viscera Coelestis intrat gratia:
Venter puellae bajulat Secreta, quae non noverat.
Domus pudici pectoris Templum repente fit Dei,
Intacta nesciens virum, Concepit alvo filium.
Deo Patri sit Gloria Eiusque soli Filio,
Cum spiritu Paraclito, in saeculorum saecula. Amen
Echeggia una chiara voce facendo risuonare anche le cose oscure:
fuggano lontano i sonni, dall’alto splende Gesù.
Ecco l’Agnello viene mandato a noi per cancellare gratuitamente i nostri debiti:
con le lacrime agli occhi, tutti insieme imploriamo il suo perdono.
L’autore del mondo ha vestito il corpo del servo:
affinché liberando la carne nostra, per mezzo della sua,
non perdesse quelli che aveva creato.
Nel seno della casta Madre entra la grazia celeste:
il ventre della fanciulla porta segreti che non conosceva.
L’abitazione del petto pudico improvvisamente diviene tempio di Dio;
immacolata non conoscendo uomo, concepisce nel seno il Figlio.
Sia gloria a Dio Padre ed al suo Unigenito Figlio,
con lo Spirito Consolatore, nei secoli dei secoli. Così sia.
Ecco che giungiamo al Magnificat preceduto e seguito dal canto dell’antifona. Durante il canto del Magnificat i ministri si recano all’altare e, fatte le dovute riverenze, lo incensano. Quindi vengono incensati gli stessi ministri ed i fedeli.
Considerando i nove giorni per i quali si protrae la preghiera, troviamo nove antifone diverse tra loro di cui la prima e l’ultima rispettivamente cantate in modo IV e in modo VIII fanno da cornice al cantico evangelico mariano (il Magnificat appunto) anch’esso cantato nei due rispettivi modi.
Eccettuate queste due, rimangono dunque le antifone dei sette giorni centrali che sono chiamate “antifone maggiori” o “antifone O” per via dell’invocazione iniziale che viene introdotta per l’appunto dalla lettera “O”. Alcune fonti le datano attorno al IV sec. d. C. mentre sappiamo per certo che già venivano utilizzate sotto Gregorio Magno (VI sec. d.C.).
Ciascuna di esse invoca il Salvatore con un titolo per mezzo del quale nell’Antico Testamento veniva per l’appunto designato il Messia futuro. Per ciascuno di questi titoli intendiamo pubblicare ogni giorno una spiegazione con i relativi riferimenti biblici e la versione audio. Da un punto di vista musicale è bene notare come le sette antifone maggiori siano scritte tutte nel medesimo modo da cui origina l’esecuzione del Magnificat cantato in tono II.
Da un punto di vista testuale troviamo una prima parte che inizia con l’invocazione rivolta al Signore e la descrizione di tale titolo; segue dunque una seconda parte che ulteriormente invoca il Signore con la parola “vieni” e l’invito a svolgere un’azione relazionata al titolo iniziale nei confronti del popolo di Dio.
I titoli messianici delle Sette antifone maggiori:
Sapienza
Adonai
Radix Jesse
Clavis David
Oriens
Rex Gentium
Emmanuel
Da notare che l’acrostico formato dalle iniziali dei sette titoli messianici, in ordine inverso (dall’ultimo al primo), forma la parola latina “ero cras” che significa “Domani sarò lì”, elemento quest’ultimo, che sottolinea ulteriormente l’atmosfera di trepidante attesa e lode fervente che si respira pregando questa novena e che allude, in maniera ridondante in questo tempo liturgico, al ritorno imminente e glorioso di Cristo Signore.
Sul piano liturgico seguono le consuete pratiche e preghiere tipiche di una Adorazione Eucaristica, il canto del Tantum Ergo, l’orazione di San Tommaso, la solenne benedizione eucaristica, le litanie di riparazione, e la reposizione del Santissimo Sacramento nel tabernacolo. La celebrazione è conclusa da un’antifona mariana, tipicamente l’Alma Redemptoris Mater, oppure un mottetto polifonico.