Orazione per la Settimana Santa, dalla Filotea di Riva
Amabilissimo Gesù Cristo, unico autore di nostra fede e consumatore di nostra salute, siate eternamente benedetto per aver ispirato alla vostra Chiesa di solennizzare con tante augustissime cerimonie questa Settimana, che a tutta ragione si dice Santa, perché in essa, più che in ogni altro tempo, Voi rendeste palese a tutto il mondo la vostra divina sanitità, nell’atto di preparare i mezzi più acconci per la nostra e la comune santificazione.
Deh! Per quell’ingresso trionfale che voi faceste in Gerusalemme, cavalcando un’Asina, figura dei Giudei, e traendovi dietro un puledro, immagine viva di noi, fate che sprezziamo sempre tutte le vanità della terra, e vi accogliamo sempre con giubilo ogni qual volta vi degnate di venire dentro di noi o colle vostre ispirazioni o colla vostra grazia o colla vostra reale persona nella SS. Eucarestia.
Per quell’amore svisceratissimo che mostraste nell’Istituzione della SS. Eucarestia, onde continuare per tutti i secoli la vostra dimora fra noi, mentre eravate per distaccarvene con la vostra visibile umanità, fate che abbiamo sempre per Voi una profondissima stima, una vivissima riconoscenza, onde visitarvi spesso nei vostri Altari, ricevervi spesso nella Comunione e farci sempre una gloria di accompagnarvi, sia che come Viatico vi rechiate alla casa degli infermi, sia che in Processione siate portato per le contrade.
Pei tanti patimenti ed obbrobrii che soffriste nella vostra Passione e nella vostra Morte, affine di rendere più copiosa la nostra redenzione, concedeteci la grazia di sopportare sempre con pazienza tutte le traversie della vita, e di non rifiutarci giammai a qualsivoglia sacrificio che a noi si richieda per la vostra gloria, procurando la quale non facciamo che assicurare la nostra salute.
Finalmente quegli Onori che furono resi alla vostra santissima Umanità, così nel deporvi dalla Croce, come nel mettervi in un sepolcro affatto nuovo, e preparato per un grande della Giudea, concedete a noi tutti la grazia di aver sempre una grande premura per ciò che riguarda il vostro culto, e di prestarci sempre con grande impegno al sollevamento dei poveri, degli infermi, dei tribolati e dei defunti, in cui volete essere riconosciuto, protestando di voler riguardare come fatto a Voi stesso quanto noi faremo in vantaggio del minimo dei vostri discepoli.
Pater, Ave, Gloria
dal Manuale di Filotea, di Giuseppe Riva, Istituto Italiano di Arti Grafiche, Bergamo 1939, pp. 962-963