“Seppellire i morti”: meditazione sulle Opere di Misericordia
Nel tesoro spirituale di meditazioni e conferenze che la prof.ssa Tommasina Alfieri ha lasciato ai membri dell’Opera ed a quanti si accostano ai suoi scritti si trova una raccolta di meditazioni sulle Opere di Misericordia intitolata “Dare… a Cristo”, in cui la prof.ssa ripercorre, una ad una, il senso di queste azioni.
In questo tempo prossimo alla Commemorazione dei Fedeli Defunti, proponiamo la lettura della meditazione “Seppellire i morti”.
Un volta, un tempo, quest’opera di misericordia era in grande onore.
Le “Compagnie della Buona Morte” erano composte da persone che, celate dal cappuccio, coprivano con l’anonimato la pietà con la quale rendevano ai defunti l’estremo servizio. Sotto quel cappuccio ardevano spesso cuori generosi, cuori nobilmente cristiani.
La morte era un avvenimento che non passava inosservato, che investiva la comunità cittadina o paesana, che coinvolgeva vicini e lontani.
Oggi tutto si è affrettato, si è confuso e sperduto nel traffico e nel rumore, si è schematizzato.
Seppellire i morti fa parte di una “organizzazione” che “pensa e provvede a tutto”.
Il servizio è diventato un commercio, anche se dignitoso.
Così seppellire i morti è difficile; ma non è difficile rendere onore a chi è morto. Non è difficile sentire e sottolineare il maestoso mistero della morte quando ci passa accanto.
Il breve corteo, spesso poche persone, spesso tante; fermarsi, rendere omaggio, pregare… era uso corrente; un tempo: ora, nessuno si avvede. È una interruzione nel traffico come un’altra. Invece non deve essere così.
Fermarsi, pregare; mettere un atto di fede nella resurrezione in quella preghiera… anche se nessuno vede e nessuno sa… “Credo nella Resurrezione della Carne…”.
Seppellire i morti non è un’opera di misericordia puramente materiale… è un’opera di fede e di amore, è un’opera di rispetto verso un corpo che ha ospitato un’anima… e che ora attende.
Indipendentemente dal gesto, quei sentimenti possono stare nel nostro cuore e possono arricchire il nostro fermarci quando incontriamo qualcuno che va…
Quando poi la morte passa più vicino alla porta di casa…seppellire i morti è partecipare a quei tanti servizi che i viventi rendono ai defunti, dei quali seppellire è solo l’ultimo.
Tanti servizi: dolorosi, penosi, faticosi, tristi… diretti ed indiretti. Esserci, servire; con la delicatezza infinita che merita il mistero di un trapasso tanto per chi parte quanto per chi resta: con la fede splendente che deve trapelare discretamente da ogni gesto e da ogni parola: con la generosità che sa scoprire i mezzi migliori ed i momenti adeguati per circondare di preghiera l’anima che è andata a Dio di consolazione a chi è intorno.
Gesù ha seppellito Lazzaro, ma ha pianto su di lui… poi lo ha richiamato alla vita.